Riccardo Muti emoziona Lampedusa con un concerto dedicato alle drammatiche vicende dei migranti

– Emilia Costantini | 10 luglio 2024

La messinscena è avvenuta il 9 luglio nel Teatro naturale della cava. L’Orchestra  Cherubini ha suonato con strumenti fatti con i legni dei barconi

«È la prima volta che vengo a Lampedusa, e me ne vergogno. Ringrazio gli abitanti di quest’isola, che si sono assunti il peso dell’ospitalità dei migranti con estrema generosità, al contrario di altri paesi europei che hanno voltato le spalle». Non usa mezzi termini il Maestro Riccardo Muti che l’altra sera, al Teatro naturale della cava, creato dalla roccia arenaria dell’isola, ha diretto l’Orchestra Luigi Cherubini e il Coro della Cattedrale di Siena, per lo Stabat Mater con le musiche di Giovanni Sollima, sui versi di Filippo Arriva in siciliano antico.

Un nuovo importante appuntamento del Ravenna Festival per la XXVIII edizione de Le Vie dell’Amicizia, che vede protagonista il dramma dei migranti. E infatti una buona parte di violini, viole, violoncelli e un contrabasso, sono stati realizzati con i legni dei barconi che hanno portato, o hanno naufragato, alle coste dell’isola siciliana. «Quello che mi colpisce – sottolinea Muti – è che legni di morte sono trasformati in legni di poesia: hanno un suono dolce, quasi barocco. Rappresentano un insieme di drammatiche, spesso tragiche vicende umane, con cui noi cerchiamo di trovare una strada per passare dall’orrore all’amore. Questo concerto non è uno show sul podio – aggiunge – semmai una preghiera e, al tempo stesso, un gesto politico, non partitico, anche se siamo consapevoli che gli oppressori ci sono e ci saranno sempre».

Un’esibizione concertistica potente, simbolica, preceduta dalla stessa realizzata il 7 luglio al Pala De André di Ravenna. E stavolta si è aggiunto, non a caso, lo spettacolo teatrale Non dirmi che hai paura, in scena l’8 luglio nel ravennate Teatro Alighieri, che ripercorre la tragica storia della velocista Samia Yusuf Omar (impersonata da Giorgia Massaro), annegata nel 2012 mentre tentava di raggiungere le coste italiane, proprio a Lampedusa, su un barcone; una vicenda struggente, dal romanzo di Giuseppe Catozzella, Premio Strega giovani 2014, diventata un’opera teatrale musicale con la regia di Laura Ruocco e le musiche di Alessandro Baldessari.

Le Vie dell’Amicizia sono pellegrinaggi laici, per costruire «ponti di fratellanza». «Sta tutto crollando nel nostro mondo – riprende il Maestro – Abbiamo scelto lo Stabat perché il testo descrive una Madre che vede morire il proprio Figlio». Arnoldo Mosca Mondatori, presidente della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, è riuscito a portare le barche dei migranti, che di solito vengono distrutte, al carcere di Opera, per farle tramutare in strumenti musicali». Precisa Muti: «Hanno i colori originali, non per apparire clowneschi: sono quelli dei legni che hanno trasportato uomini, donne, bambini che a volte hanno trovato la salvezza, a volte la morte. La colpa non è del mare: come diceva Eduardo De Filippo, “’o mare fa paura, ma sta facendo ‘o mare”. E qui a Lampedusa Mimmo Paladino ha creato la Porta d’Europa, da cui si entra simbolicamente in Italia: quando arrivano i migranti non basta dire li abbiamo salvati e adesso si arrangino. Non solo l’Italia, ma il mondo intero se ne deve occupare».

Portare la musica a Lampedusa ha per Muti un valore evocativo: il concerto di Ravenna con inserti girati nell’isola, sarà trasmesso da Rai1 l’8 agosto. «La musica unisce, ha un ruolo taumaturgico. Purtroppo, in Europa sta diminuendo l’interesse per la cultura, qui si parla solo di guerre, mentre la città di Seul ha venti orchestre e in Cina si costruiscono grandi teatri. Questo, per me, è uno dei viaggi dell’Amicizia più importanti – conclude – dal primo a Sarajevo nel 1997, che mi è rimasto nel cuore come quelli a Erevan ed Istanbul. Un omaggio a Lampedusa e alla sua gente».

Emilia Costantini, Corriere della Sera, 10 luglio 2024


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