Il maestro conquista l’anfiteatro con «la meglio gioventù» della Cherubini

– di Donatella Longobardi | 25 luglio 2025

Nel finale il ritmo uguale e ossessivo del «Bolèro» di Ravel conquista la platea, sul podio Riccardo Muti è stanco ma entusiasta della serata, dell’accoglienza ricevuta, della straordinaria cornice. Per lui Pompei è come Napoli, è casa. Un luogo magico della giovinezza, delle esperienze culturali con la scuola, ma anche della prima comunione nel vicino santuario mariano. E l’applauso del pubblico è, se possibile, più caloroso nella pur calda serata all’interno dell’Anfiteatro, cuore del parco archeologico. Lo spazio reso celebre dai Pink Floyd per il loro live del ’72 ora ospita altra musica grazie alla rassegna «Beats of Pompeii 2025» che pure accanto al divo della bacchetta offre un cartellone ricco di divi del pop con l’obbiettivo di fare «la musica come ponte tra culture» (stasera arriva Bryan Adams, il 29 luglio Serena Rossi e il 5 agosto i Wardruna). Il maestro napoletano – per lui in platea con Zuchtriegel, il sottosegretario Mazzi, il prefetto Di Bari e il vescovo Caputo – con la sua orchestra giovanile Cherubini porta qui la sinfonia della «Norma» di Bellini (infastidita da un problema di luci), quindi Verdi con «Le quattro stagioni» da «I Vespri Siciliani» per passare poi a Nino Rota con la colonna sonora per «Il padrino» e chiudere con il celebre «Bolèro» di Ravel. Una festa di suoni che rimandano a pagine fondamentali della grande letteratura sinfonica non solo italiana, un programma scelto per esaltare le peculiarità dell’orchestra, in questa occasione formata da un organico molto ampio, 130 musicisti, tutti provenienti dai conservatori italiani. La «meglio gioventù» riunita per arricchire le fila dell’ensemble, età tra i 18 e i 30 anni, che per un tempo massimo di tre anni consecutivi possono lavorare con Muti e prepararsi alla vita professionale sotto l’egida della sua scuola. Tra loro in questo momento anche un gruppetto di campani: il violinista Luigi Russo di Salerno, il trombonista Paolo Della Greca di Sessa Cilento, il cornista Luca Carrano della vicina Maiori. Tutti entusiasti della straordinaria esperienza vissuta all’interno della Cherubini. «Dove non si impara solo la musica ma anche l’etica della musica», spiega Muti che resta sempre molto legato alle sue radici. E ieri mattina, libero dagli impegni del tour, ha voluto fare un giro a Napoli mostrando al figlio Domenico la casa in cui è nato, in via cavallerizza a Chiaia 14, e altri luoghi cari alla madre napoletana doc.

Donatella Longobardi, il Mattino, 25 luglio 2025


Iscriviti gratuitamente alla newsletter
e scopri tutte le informazioni sulle novità in anteprima,
i contenuti esclusivi e live streaming.