«In soccer and in music, what counts is union»
Sacchi e Muti, dal calcio alla musica. Due maestri sul palco.
– Lorenzo Tazzari | July 24, 2020
Riccardo Muti e Arrigo Sacchi all’Alighieri. L’ex allenatore: «L’armonia migliora il talento». Il direttore d’orchestra: «Serve autorevolezza»
Il concerto per partita e partitura. Lo definisce così il giornalista Armando Torno, chiamato nel non semplice ruolo di “arbitro” del confronto tra Riccardo Muti e Arrigo Sacchi. Torno lo confessa: «Non sono riuscito a mettere a punto un programma per la serata assieme a loro. Andremo a braccio». E così emergono le idee di due autentici leader: la testa più dei piedi, la cultura nella musica come nel calcio, lo spirito di squadra. Muti e Sacchi trovano la sintesi dei loro ragionamenti dopo un’ora di dialogo. Quando Torno chiede loro cosa pensano dell’avere nella squadra-orchestra una “prima donna”, il calciatore-musicista di grido. «Non serve una stella in campo se non fa gioco di squadra, se non si applica, non si sacrifica. Glielo spiegavo 2, 3 volte, ma se non si adattava lo tenevo giù» dice Sacchi. E Muti: «Ecco, l’orchestra ha molte analogie con il calcio di Arrigo». Il direttore d’orchestra racconta di quella volta che un tenore gli chiese più volte di poter fare il gol, che nell’opera è l’acuto. «Dissi sempre di no, perché la partitura non lo prevedeva. Così, terminate le serate mi venne a salutare e uscito si lasciò andare a un acuto che finì con una stecca. lo uscii dal camerino e gli dissi: adesso hai capito perché non te l’ho fatto fare». Il Maestro e l’Allenatore. Riccardo Muti, direttore d’orchestra “mondiale”, e Arrigo Sacchi, allenatore del Milan “stellare”. «Arrigo mi ha fatto gioire, mi ha fatto provare l’orgoglio di essere italiano. Ma in lui c’è anche l’etica dello sport, l’etica dello stare insieme» dice Muti. Che è di casa al Teatro Alighieri, dove in queste settimane tiene l’Opera Academy con tanti giovani che vengono da tutto il mondo per studiare con lui. Sacchi un leader, Muti, un leader. Dice l’allenatore: «La leadership si conquista con autorevolezza sommata alla conoscenza. Ho sempre pensato che per fare una squadra servano giocatori che si applicano con modestia, entusiasmo, intelligenza. Per questo non mi piacevano e non mi piacciono persone presuntuose, individualiste. Purtroppo in Italia, in ogni ambito, è difficile fare squadra». Se è difficile amalgamare 22 giocatori, figuriamoci gestire un’orchestra di 100 persone. «Trovi personalità una diversa dell’altra. Chi si porta i problemi che ha a casa, chi con la musica supera tutto. Ma senza l’amalgama non si ottiene risultato. Se urli non ottieni nulla. È con l’autorevolezza che porti l’orchestra verso l’armonia. Credo che questo sia anche il senso della società».
There are different personalities. Some people bring with them their family problems, some overcome everything through music. But without amalgamation there is no result. Shouting is pointless. Authority is what brings the orchestra to harmony. I think this is also the sense of society.
«Anche perché – incalza Sacchi – l’armonia e l’amalgama migliorano il talento. Quando Van Basten venne al Milan non sapeva cos’era il Pallone d’Oro. Con me ne vinse tre. È così che quando vincemmo la prima Coppa dei Campioni, l’Equipe scrisse di noi “usciti da un altro mondo”. Vincemmo giocando bene, senza chiuderci in difesa dopo il primo gol, ma segnandone altri tre. Questo per me è essere squadra». Muti chiude con Raffaello e l’epigrafe che è sulla sua tomba al Pantheon: «La natura, quando Raffello era in vita, temette di essere vinta da lui, ma morendo Raffaello temette di morire con lui».
Lorenzo Tazzari, Il Resto del Carlino – Ravenna, July 24, 2020
Photo by Fabrizio Zani
COMUNICATO STAMPA:
Giovedì 23 luglio alle 21 al Teatro Alighieri l’incontro pubblico tra l’allenatore e il direttore d’orchestra moderato da Armando Torno
L’orchestra e la squadra di calcio, come gestire la leadership per una “formazione”vincente. I solisti e i campioni. La crescita dei giovani talenti. E ovviamente il rapporto con il pubblico e i media. Molti aspetti accomunano musica e sport, al di là delle differenze. Ma se si accetta la constatazione che il direttore e l’allenatore sono entrambi un “solo-con-tutti”, eternamente alla ricerca di un’armonia di gruppo per conseguire il massimo risultato possibile, sportivo e musicale, allora anche i loro ruoli possono essere inquadrati in una dimensione comune. Ecco perché al Teatro Alighieri il 23 luglio alle 21 – in una giornata di pausa della sesta edizione dell’Italian Opera Academy – s’incontrano in un dialogo pubblico Riccardo Muti e Arrigo Sacchi, entrambi simbolo dell’italianità nel mondo, insieme per la prima volta per raccontare e raccontarsi i modi di vedere l’arte e lo sport dalle loro prospettive, il podio e la panchina, la sala prove e il campo di allenamento, il teatro e lo stadio. Un’occasione per entrare nel dietro le quinte della vita professionale di due massimi esponenti delle
loro rispettive discipline, ripercorrendo le tappe di carriere straordinarie, non di rado sviluppatesi negli stessi luoghi, da Firenze a Milano, dagli Stati Uniti al Giappone. L’incontro sarà moderato dal giornalista Armando Torno, giornalista, saggista e conduttore radiofonico.
Quando nel 1987 Arrigo Sacchi fu assunto dal Milan, inaugurando un ciclo che lo avrebbe portato a vincere tutti i trofei possibili, Riccardo Muti guidava da un anno il Teatro alla Scala come direttore musicale, incarico che avrebbe mantenuto fino al 2005. Se le loro esperienze non si sono mai incrociate direttamente, è vero però che la loro missione poggia su valori comuni, dal rapporto con i giovani talenti e con i campioni affermati (siano essi “solisti” come Marco Van Basten o Maurizio Pollini) a quello con i grandi collettivi (come ad esempio la Nazionale italiana e i Wiener Philharmoniker). Riccardo Muti in più di cinquant’anni di carriera ha diretto le orchestre più importanti del mondo, dalla Chicago Symphony ai Berliner Philharmoniker, dalla Bayerischer Rundfunk alla New York Philharmonic fino all’Orchestre National de France. In occasione del capodanno 2021 dirigerà per la sesta volta il prestigioso concerto al Musikverein di Vienna, un evento trasmesso in tutti i Paesi, paragonabile per richiamo internazionale solo a una finale di Coppa del Mondo, evento che Arrigo Sacchi conosce bene, avendo portato l’Italia a giocare la storica finale contro il Brasile nel 1994.
Nato a Fusignano, in provincia di Ravenna, Arrigo Sacchi ha rivoluzionato il mondo del calcio costruendo una delle squadre più forti di ogni tempo, quel Milan che a cavallo tra anni Ottanta e Novanta seppe imporsi in Italia, in Europa e nel mondo, conquistando tutto: scudetto, Supercoppa Italiana, due Coppe dei Campioni, due Supercoppe Europee, due Coppe Intercontinentali. Dal 1991 al 1996, per 53 partite ufficiali, è stato Commissario tecnico di una delle Nazionali meno battute della storia azzurra (solo otto sconfitte, di cui tre in gare
amichevoli). Fatale quella a Pasadena del 1994 nella finale di Coppa del Mondo contro il Brasile, al termine di una delle edizioni dei Mondiali più amate e seguite di sempre, grazie anche alle spettacolari vittorie firmate da Roberto Baggio.
Armando Torno è editorialista, scrittore e saggista; è stato responsabile (e fondatore) del supplemento culturale “Domenica” de “Il Sole 24 Ore” e responsabile delle pagine culturali de “Il Corriere della Sera”. Dalla fondazione di “Radio 24” collabora e conduce “Musica maestro”, trasmissione che nel 2014 ha vinto il Premio Flaiano.
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