COMING SOON
the first release of the original recording,

born out of the collaboration between
the Teatro del Maggio and Riccardo Muti Music Records

 

Florence, Teatro Comunale, June 18, 1968

piano Sviatoslav Richter

“Richter and Muti: surprisingly successful concert” 

Yesterday’s symphonic concert at Teatro Comunale was pure joy, and for many reasons: there was Sviatoslav Richter, great Russian pianist who never ceases to amaze for his rich skills of interpreter and virtuoso.
There was an extraordinary program with two masterpieces by Mozart and two Britten’s first executions in Florence; there was a young surprising conductor – Riccardo Muti – who really opened the heart to hope with cleverness, readiness and effectiveness of his interpretations.
And there was an Orchestra del Maggio who found again (of course thanks to the climate created by the young conductor) that elegance, strength and passion that once regularly marked its noble class.

[…]

(Free translation from the original in Italian)
Leonardo Pinzauti, La nazione, June 20, 1968

 

Il concerto sinfonico di ieri sera al Teatro Comunale è stato una vera gioia, e per più motivi; c’era Sviatoslav Richter, il grande pianista russo che non cessa mai di stupire per la ricchezza delle sue doti di interprete e di virtuoso, c’era un programma non di “routine”, con due capolavori di Mozart e due prime esecuzioni a Firenze di Britten; e c’era un giovanissimo sorprendente direttore d’orchestra – Riccardo Muti – che ha davvero aperto il cuore alla speranza con l’intelligenza, la prontezza e l’efficacia delle sue interpretazioni. E c’era un’Orchestra del Maggio che ha ritrovato (senza dubbio per effetto del clima creato dal giovane direttore) l’eleganza, il vigore e la passione che un tempo ne contrassegnavano assiduamente la nobile classe. Che Richter sia un grande pianista è un fatto, credo, non discutibile: la sua interpretazione del Concerto in si bemolle maggiore (K. 450) di Mozart è apparsa intimamente caratterizzata da un lirismo partecipato e virile, punteggiata dall’estro di un artista che conosce le leggi difficili di un espressivo “rubato”, aperta con naturalezza sulle antiche passioni romantiche di un Mozart straordinariamente grande e profetico (certe movenze dell’Allegro finale sembrano difatti il preannuncio del pianismo di Schumann): e tutto in una lucentezza magica di dizione, in un gusto inimitabile di virtuosismo che non è mai maniera, ma quasi un inno alle inesauribili possibilità di uno strumento glorioso.
Collaborare con Richter non è facile per un direttore d’orchestra, proprio per le sue impalpabili libertà e per l’imprevedibile ricchezza della sua fantasia. E invece il piccolo, giovanissimo Muti ci è riuscito, ottenendo una coerenza di dialogo fra solista e orchestra davvero invidiabile per la qualità del suono orchestrale e per la poesia che l’ha caratterizzata. Poche volte – dobbiamo dire – è dato ascoltare un andante così ben levigato e ricco di disegno espressivo come quello del concerto mozartiano di ieri.
Ma che Riccardo Muti avesse eccellenti qualità, e una scuola direttoriali già ben delineata, un gesto che non si sperpera, un bel contrasto fra la secchezza della destra e la mobilità della sinistra, lo si era capito fin dall’inizio, quando è riuscito a sfruttare le ottime qualità degli archi del Maggio in un trasparente, divertito montaggio della Sinfonia n. 34 (K.338) di Mozart: quest’opera è uscita difatti nitida e d’impeto, con quel passo giovanilmente scalpitante e cordiale, che le è caratteristico.
La seconda parte del concerto è stata dedicata a Britten. Forse nessun altro pianista, oggi, avrebbe potuto riscattare le molte banalità di Concerto in re maggiore, come invece è riuscito a fare Richter con le sue strepitose possibilità di virtuoso e di calore umano. E la partitura se n’è indubbiamente avvantaggiata, perché di continuo sottoposta ad un lavoro di ricreazione che ha toccato ogni corda dell’oratoria, dello stupore, dell’impeto percussivo e della delicatezza timbrica. Ottima anche qui la collaborazione con Riccardo Muti, che ha poi confermato le sue doti di vigore e di padronanza tecnica nella colorita esecuzione delle belle pagine sinfoniche del Peter Grimes (Quattro interludi marini), accolto dal pubblico con applausi calorosissimi e prolungati, ai quali la stessa Orchestra del Maggio si è associata con entusiasmo.
Inutile aggiungere quanto sia stato grande il successo di Richter: richiamato più volte dagli applausi del pubblico che chiedeva insistentemente il tradizionale “bis” (ieri seriamente impossibile, dopo lo sforzo richiesto dal Concerto di Britten). Il celebre pianista ha voluto più volte indicare anche nel giovane Muti, oltre che nell’Orchestra del Maggio, i suoi validissimi collaboratori.

 


 

Exactly today, fifty years ago, Riccardo Muti debuted as Conductor of Orchestra del Maggio Fiorentino.
On the occasion of this important anniversary, in January 2018 another important initiative born out of the collaboration between the Teatro del Maggio and Riccardo Muti Music Records, will see the release of some of Muti’s best historic live recordings, chosen by the Maestro himself from the Teatro’s archive.

DISCOVER THE PREVIEW ON RMMUSIC RECORDS WEBSITE

 

AVAILABLE SOON
 Vinyl, Historical Edition: 1.000 numbered copies, hand-signed by Riccardo Muti.
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