Si è conclusa ieri sera la tournée italiana di Riccardo Muti con i Wiener Philharmoniker che, per celebrare gli ottant’anni che il Maestro compirà a luglio, ha toccato le tre città di Ravenna, Firenze e Milano, segnando il ritorno del pubblico in sala dopo mesi di concerti trasmessi solamente in streaming.
Muti alla Scala: «Commosso dopo un anno di streaming»
– di Valerio Cappelli | 12 maggio 2021
MILANO La «trilogia popolare» con i Wiener Philharmoniker si è conclusa ieri sera alla Scala, dove Riccardo Muti ha ritrovato il suono dell’applauso, è la vita che vincerà sulla pandemia: «Bentornato, sei il più grande!». Alla fine si rivolge al pubblico, «è un’esperienza commovente dopo un anno di streaming, noi facciamo musica per voi, è una missione». Vederlo frontalmente, con l’Orchestra in platea, in una prospettiva diversa col suo gesto teatrale, inconfondibile, «protagonista», i suoi scatti, i guizzi, la levità, i vibrati dà un’elettricità che nessuna immagine in tv può rendere. C’è poi il risveglio nell’inconscio del mito asburgico, nel teatro «dove ho trascorso quasi vent’anni della mia vita». È la seconda volta di Muti con i Wiener a Milano. E sono 5o anni esatti dall’anniversario della ricorrenza del concerto di Toscanini per la ricostruzione della Scala. Si è parlato molto di un evento così importante. «Ho fatto proposte a Muti, spero voglia tornare», dice il sovrintendente Meyer. Si parla di un’opera. Riccardo Chailly è in un palco all’altezza del podio con la mascherina. «Lasciamo stare chi arriva prima e chi arriva dopo, questo tour – dice Muti – è stato concepito tanto tempo fa, per pura coincidenza a Milano si è tenuto il giorno del concerto di Toscanini; non è stata cercata, però mi fa onore e mi inorgoglisce, essendo di scuola toscaniniana per avere studiato col maestro Votto che fu assistente di Toscanini alla Scala. Nel 1996 per i 5o anni tenni un concerto riproponendo esattamente il concerto di Toscanini. Non mi risultano altre celebrazioni». Muti ha scelto le tre città della sua vita (a parte Napoli): Ravenna, dove vive da decenni; Firenze, dove nel 1968, lui giovanissimo, tutto ebbe inizio al Maggio; Milano, che sul podio lo consacrò dal 1986 al 2005 con oltre 5o opere, la trilogia popolare di Verdi dopo vent’anni, i tour, i dischi. E ora esce per Warner un box con 91 cd del maestro con le maggiori orchestre. Nel tour i prezzi variavano: a Ravenna 13o euro (i Wiener hanno tenuto due concerti a causa della limitata capienza dell’Alighieri, chiedendo un solo cachet), a Firenze 18o, a Milano 95, allineandosi ad altri concerti. A Muti capitarono già due eventi nella stessa giornata: «A Salisburgo, prova generale del Don Giovanni al mattino e la sera Così fan tutte». I Wiener hanno fatto il tampone nelle tre città. La differenza è che Milano chiede di tenere la mascherina (per gli archi). «Sono i nostri primi concerti col pubblico dopo novembre – racconta un musicista austriaco – , il 2 ci fu l’attentato e restammo chiusi nell’Opera. Dopo il tour in Giappone, quindi il Capodanno con Muti, in tv ma nella sala vuota. Questo è il ritorno a una prima normalità».
Il bis è il Kaiser Walzer: racchiude un mondo. A Ravenna, mamma e figlia lo ballano in un palco. E il maestro dice: «Voi questo brano l’avete sentito a Capodanno? L’Italia non era in diretta tv, vero? E che vo’ fa’». Il carisma e un programma di sostanza che affonda nella tradizione germanica. La Quarta Sinfonia di Schumann con un suono classico, definito, scolpito; l’inquietudine della Seconda di Brahms, slanci e ritrosie; Calma di mare e viaggio felice di Mendelssohn ha una consonanza col sentimento di questo tempo. Il mare senza un alito di vento ma è una pace mortale, le nubi si squarciano, poi il viaggio del navigante riprende. «Abbiamo tutti bisogno di un mare che si calmi e ricominciare un viaggio verso una nuova vita». Il concerto andrà su Rai 5 il 28 luglio, giorno in cui Riccardo Muti compie 8o anni.
Valerio Cappelli, Corriere della Sera, 12 maggio 2021
Ogni ritorno alla Scala di Riccardo Muti è un evento. E non ha fatto eccezione il concerto di questa sera con i Wiener Philharmoniker.
E non solo perché sarà trasmesso dalla Rai a luglio per celebrare i suoi ottant’anni. O perché si è tenuto l’11 maggio, a 75 anni esatti dal concerto di riapertura del teatro dopo i bombardamenti e la ricostruzione che segnò anche il ritorno di Arturo Toscanini.
Allora Toscanini non volle discorsi ufficiali, come ieri non ci sono stati discorsi, ma ha parlato solo la musica nel concerto dell’orchestra della Scala diretta da Riccardo Chailly per la riapertura al pubblico dopo 199 giorni di limitazioni anticovid. Oggi invece Muti ha preso la parola prima del bis per dire che “la musica è una missione” e per assicurare, dopo le polemiche , che il fatto di esibirsi l’11 maggio al 75mo della riapertura è solo “una coincidenza”. D’altronde, ha ricordato, lui aveva eseguito l’esatto concerto di Toscanini quando era direttore musicale in “questa che sarà sempre la sua casa” nel 1996 per il 50mo anniversario. D’altronde dal 2005 quando se ne andò in modo burrascoso, ogni suo ritorno ha uno strascico di polemiche che vanno di pari passo con l’entusiasmo del pubblico.
Tanto che questa sera nella speranza di trovare qualche biglietto in vendita c’è chi si è presentato davanti alla Scala con tanto di cartello.
“Sono felice di vedere tutti qui i nostri due direttori musicali italiani” ha detto il sovrintendente Dominique Meyer, dopo questa due giorni di concerti straordinari diretti da Chailly e Muti e soldout a pochi minuti dalla messa in vendita dei biglietti. “Io li voglio tutti. Non c’è concorrenza fra i maestri, questo è il luogo naturale dove esibirsi”. E soprattutto Meyer vorrebbe Muti a dirigere un’opera a Milano.
“Gli ho fatto delle proposte, speriamo abbia voglia di tornare” ha aggiunto. Dal 2005 infatti Muti a Milano ha diretto solo orchestre ospiti ma mai l’ensemble scaligero, e mai in buca. Stasera però il pubblico è stato ben felice di ‘accontentarsi’ del maestro alla direzione di una delle migliori orchestre del mondo, con cui festeggia i 50 anni di collaborazione. E lo ha dimostrato applaudendo e gridandogli ‘bravo’ non appena entrato e ogni volta che è stato possibile. Un concerto (e una minitournée partita due giorni fa da Ravenna, con tappa ieri al Maggio Fiorentino) speciale anche per i Wiener, perché per loro è stata anche la prima esibizione davanti agli spettatori di questo 2021. L’inizio è stato con Meeresstille und glückliche Fahrt di Mendelssohn, seguito dalla sinfonia n. 4 di Schumann e dalla sinfonia n. 2 di Brahms. E poi come bis un omaggio austriaco con lo struggente Kaiser Walzer di Johann Strauss. Un “messaggio di speranza” nella melanconia di un mondo che finisce mentre si affaccia, ha spiegato Muti, l’alba del Novecento.
ansa.it
Photogallery:
Durante le prove al Musikverein di Vienna:
© Dieter Nagl – Wiener Philharmoniker
Ravenna, Teatro Alighieri, 9 maggio
© Silvia Lelli
Firenze, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, 10 maggio
© Michele Monasta – Maggio Musicale Fiorentino
Milano, Teatro alla Scala, 11 maggio
© Silvia Lelli
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