Da sabato 12 ottobre la nuova collana in edicola con Corriere della Sera:
12 uscite CD “Lezioni di Musica”: Riccardo Muti-Orchestra Cherubini

 

Sabato 12 ottobre
Beethoven, Quinta Sinfonia
Beethoven, Coriolano
inedito


Sabato 19 ottobre

Catalani, Contemplazione
Mascagni, Cavalleria Rusticana – intermezzo
Leoncavallo, Pagliacci – intermezzo
Puccini, Manon Lescaut – intermezzo
Giordano, Fedora – intermezzo
Martucci, Notturno op. 70 n. 1

Scopri le prove e il concerto su Contemplazione e intermezzi d’opera in DVD


Sabato 26 ottobre

fagotto David McGill
Mozart, Concerto per Fagotto in Si bemolle maggiore
Verdi, Sinfonia da Giovanna d’Arco
Cappa, Fantasia per fagotto su vari pensieri del Trovatore del M° Giuseppe Verdi
Sinfonia da La Battaglia di Legnano
inedito


Sabato 2 novembre

Schubert, Sinfonia Tragica
Schubert, Sinfonia Incompiuta
inedito

Scopri le prove sulla Sinfonia Incompiuta in DVD


Sabato 9 novembre

Jommelli, La Betulia Liberata – oratorio per quattro voci
inedito

Scopri il DVD dell’esecuzione in concerto


Sabato 16 novembre

Mozart, La Betulia Liberata – azione sacra in due parti
inedito

Scopri il DVD dell’esecuzione in concerto


Sabato 23 novembre

Mercadante, I due Figaro
3 CD


Sabato 30 novembre

Mozart, Sinfonia Haffner inedita
Mozart, Sinfonia Jupiter

Scopri le prove sulla Sinfonia Jupiter in DVD


Sabato 7 dicembre

Čajkovskij, Quinta Sinfonia
Čajkovskij, Romeo & Giulietta

Sabato 14 dicembre
Verdi, Falstaff
2 CD

Sabato 21 dicembre
Verdi, Falstaff
DVD Documentario

 

LEZIONI DI MUTI: LA MUSICA E’ VITA

«COSÌ HO FORMATO 700 RAGAZZI CON L’ORCHESTRA CHERUBINI»

– di Valerio Cappelli | 11 ottobre 2019

Come costruire un suono e renderlo omogeneo? Come si vive in un’orchestra giovanile, spalla a spalla, nel paese dell’assolo, lavorando a un obiettivo comune? Lezioni di musica si intitola la nuova collana di Riccardo Muti per il Corriere della Sera che raccoglie 11 cd registrati con la sua Orchestra «Cherubini»: sei di questi album sono degli inediti assoluti, concessi in anteprima al Corriere.

Maestro Muti, sono concerti ma l’iniziativa si intitola lezioni.

«E’ il risultato del lavoro fatto con i giovani della Cherubini, che escono dai Conservatori e non hanno ancora avuto esperienze di un certo modo sul repertorio sinfonico o operistico. E’ un’orchestra di formazione, non è un gruppo che si mette insieme per competere con altre compagini. Si viene scelti attraverso audizioni severe per imparare la tecnica orchestrale».

Questa Orchestra è nata nel 2004…

«Ha una vita abbastanza lunga, ed è stata in tanti luoghi, per cinque anni a Salisburgo per il Festival di Pentecoste con la Scuola napoletana. Ha lavorato con Rostropovich e Temirkanov, e col violinista Kavakos che si dedica alla direzione d’orchestra. Il repertorio va da Gershwin a Schoenberg, dagli Oratori del ‘700 fino a Sancta Susanna di Hindemith. In tutti questi anni sono passati 700 ragazzi. C’è il limite d’età: 30 anni. Dopo, non sono più accettati».

L’avvicendamento cosa porta e cosa toglie?

«Avviene ogni tre anni. Ciò non vieta che si possa estendere il periodo di un anno o due, il travaso non dev’essere totale, il sistema è fatto in modo che vi sia una continuità, un modo di concepire la musica in senso artistico e etico. Nasce come orchestra di giovani italiani, alcuni vengono chiamati in orchestre straniere, Paolo Taballione è primo flauto della prestigio sa Orchestra di Stato di Monaco di Baviera. Sono andati anche a Genova, Bari, Palermo».

Ma i giovani, anche i musicisti, oggi vogliono soprattutto diventare famosi. I direttori, ragazzi e ragazze, pensano a trasformarsi in personaggi, e chi suona uno strumento…

«Ha l’idea di diventare un grande solista, è vero. Quasi sempre è un’illusione. La competizione mondiale (Cina, Russia, USA) è fortissima. E’ sbagliato il tipo di insegnamento nei Conservatori, dove non si fa abbastanza il lavoro di musica d’insieme. Ma nella vita si può raggiungere un obiettivo che dovrebbe essere alto, e che non rappresenta la delusione delle proprie speranze. A Vienna, Berlino, New York o Chicago, entrare in orchestra è un traguardo ambitissimo. I Wiener nella vita quotidiana, sono considerati un tesoro nazionale, il vanto culturale di un popolo. Provate a vedere quando in un negozio, per dire la prima cosa che mi viene in mente, entra uno di loro. C’è un senso di rispetto e gratitudine».

In Italia è diverso?

«Ho contato le orchestre di Seul: diciotto. Quante ce ne sono da noi? Si fa il contrario, vengono chiuse. Col risultato che migliaia dì ragazzi sfornati dai Conservatori non hanno sbocchi lavorativi. E raggiungere la posizione in un’orchestra, nell’incertezza del futuro, è il sogno di una vita. Se la musica diventasse patrimonio del nostro paese, come dovrebbe essere secondo la nostra Storia…».

Dopo i ricambi generazionali, le orchestre sono piene di giovani con una consapevolezza culturale che una volta era sconosciuta.

«I professori d’orchestra oggi sono laureati anche in altre discipline, studiano a fondo come feci io. Hanno una preparazione culturale maggiore dovuta al fatto che viaggiano di più e sanno cosa succede nel mondo. Hanno una visione vasta che ai miei tempi non c’era. Che questo avvenga mentre il livello culturale nella società italiana sta crollando, dà significato alla mia attività didattica, che amplierò sempre di più».

Lavori diversi, interprete e insegnante.

«Un grande musicista può non essere un grande insegnante, e viceversa. Non è il nome che fa il didatta. Credo di avere queste qualità, di saper trasmettere ciò che ho imparato. In passato un direttore come Georg Szell, quando lasciò l’Ungheria per gli USA, trasformò una piccola orchestra di provincia in una grande orchestra, a Cleveland. Ci sono direttori che restano per anni nello stesso posto e l’orchestra non fa passi avanti».

Lei considera Cherubini un autore adatto alla formazione di un’orchestra: perché?

«Era il musicista che Beethoven stimava di più. L’attacco della Quinta sono 4 note in cui lui costruisce su un ritmo, senza un tema. Cherubini invece (sto cercando di traslarne le ossa da Parigi a Firenze, dove nacque) è un architetto dalle linee neoclassiche pure, richiede nozione del fraseggio musicale, perfezione dell’intonazione, rispetto del contrappunto. C’è un senso del suonare insieme. E’ un autore che non si concede al pubblico, ed è una delle ragioni per cui si esegue poco: scrive musica per la musica stessa».

Il primo cd è dedicato proprio alla Quinta di Beethoven. Cosa porterà l’anniversario dei 25o anni dalla nascita?

«Bisogna stare attenti agli anniversari, non cerchiamo di sbizzarrirci con esecuzioni rivelatrici. Beethoven si è sempre fatto e sempre si farà. In queste occasioni si aspettano semmai studi musicologici. Io, dopo quelle a Philadelphia negli Anni 8o e poi live alla Scala, tornerò a incidere le Nove Sinfonie a Chicago, è una dimostrazione del lavoro compiuto con quell’orchestra. A Beethoven bisogna avvicinarsi con grande umiltà».

Valerio Cappelli, Il Corriere della Sera, 11 ottobre 2019


SCOPRI I DVD, CD, VINILI, LIBRI,VIDEO…
NELLO STORE RICCARDO MUTI MUSIC

CLASSICAL MUSIC RECORDINGS

Iscriviti gratuitamente alla newsletter e ricevi tutte le informazioni sugli eventi,
i contenuti esclusivi e le novità in anteprima.
Iscriviti e scopri i vantaggi qui