L’iniziativa è ‘Concerto Abbraccio’, organizzata da Ageop Ricerca
Bologna – Ancora silenzio su compositori, titoli d’opera, cantanti. Ma che importa? Se s’annuncia che Riccardo Muti sarà a Bologna il 10 marzo, già questa è una notizia ghiotta. Se poi il programma è di là da venire, tanto più importa quello che più o meno si può definire come un fuori programma. Concerto Abbraccio si chiamerà la serata, evidentemente e gloriosamente benefica: a richiamare in città, dopo tanti anni, un maestro concertatore e direttore della popolarità, della carriera, dell’ubiquità di Muti ci voleva qualcosa di eccezionale, qualcosa che lo coinvolgesse davvero, che scuotesse le sue fibre profonde di uomo e di artista sensibile.
E brava Ageop Ricerca Onlus, che ce l’ha fatta, certa della nobiltà del suo progetto: ad alcuni degenti dell’Oncologia Pediatrica del S. Orsola-Malpighi (reparto Lalla Seragnoli), a tre bambini che vi sono in terapia e hanno assoluto bisogno di accoglienza e assistenza per un anno nella case Ageop (a loro e alle loro famiglia, s’intende) necessitano 30mila euro, che l’associazione conta di poter raccogliere con questa e altre iniziative. Venerdì 10 marzo, sarà il grande auditorium di S. Cristina a incorniciare il provvido concerto (curiosa circostanza: nella stessa sera un altro concerto benefico, questa volta a favore dell’Ant, si svolgerà al Manzoni con Nicola Piovani come scriviamo nella prossima pagina). Ancora ignoto il programma, si diceva; ma prevedibilissima la sua articolazione.
Intanto Muti non è direttore che dal podio snobbi il seggiolino: è successo da poco alla Reggia di Caserta, è successo oltre vent’anni fa alla Scala, succede quando se ne presenta l’occasione o la necessità, e Muti sa sedere al pianoforte per accompagnare i suoi cantanti nelle sue arie favorite. Tre voci sono attese in Santa Cristina, certo un soprano e magari un tenore, un mezzosoprano e/o un baritono: il repertorio operistico di Muti è vastissimo, usa perlustrare anche le lande più remote del Settecento viennese e napoletano, ma probabilmente il ‘pianista’ sceglierà il suo Bellini, il suo Verdi, qualcosa di Mozart o Puccini.
Se poi nel programma comparirà qualche aria insolita, qualche rarità, nessuna paura: come ha già fatto, Muti è capace di lasciare la tastiera e prendere la parola per illustrare quanto va a suonare e far cantare. Alla Scala fu polemico, nel 1992, perché da uno sciopero dell’orchestra fu costretto a suonarsela tutta lui, la dilettissima Traviata. Ma a Bologna no, Bologna gli ha chiesto un favore e lui lo farà, e non tanto a Bologna quanto ai piccoli pazienti. Il 5 scorso, a Parma, ha celebrato Toscanini e difeso l’opera italiana, il 23 era a Chicago per concertare Ivan il terribile di Prokofiev con Depardieu, il 16 marzo vi tornerà per un grosso concerto sinfonico (Rossini, Beethoven, Adams, Schumann): ma il 10 marzo sarà soltanto qua.